Uno show da non perdere: NYTech Meetup


<<Lo spettacolo più “caldo” a New York, che fa sempre il tutto esaurito? Non è a Broadway, ma in un teatro della New York University, lo Skirball Center a due passi dal Washington Square Park. Lo show va in scena ogni mese davanti a un pubblico di 850 entusiasti fan, che vanno ad ammirare e applaudire degli “attori” molto speciali: gli imprenditori che hanno fondato delle startup tecnologiche nella Grande Mela e che salgono sul palcoscenico a dimostrare qual è la loro idea e come la stanno traducendo in business. La organizza il NY Tech Meetup e ogni volta sono una decina le startup presentate, ciascuna con una “demo” lunga al massimo cinque minuti: parole e video preparate con grande cura, per catturare l’attenzione dei potenziali investitori sempre presenti in sala a caccia di nuove opportunità d’affari; ma anche quella di tutti gli altri spettatori – ingegneri, tecnici, concorrenti, consulenti – interessati a conoscere le realtà emergenti nella comunità tecnologica newyorkese, magari per andarci a lavorare o per ispirarsi al loro modello e creare qualcos’altro di nuovo. Sono due ore intense, piene di energia e anche di emozioni.>>

Cosi’ comincia il libro “Tech and the City” che ho scritto con Alessandro Piol e che e’ uscito tre anni fa. Lo cito, perché recentemente sono tornata a un NYTech Meetup con un “tour” che il New York Foreign Press Center ha organizzato per mostrare la vitalità dell’ecosistema delle startup newyorkesi. E posso confermare che e’ sempre l’appuntamento da non perdere le startup italiane che vengono a New York. Quello di aprile e’ gia’ soldout e i biglietti per il 3 maggio saranno messi in vendita (10 dollari l’uno) il 12 aprile alle ore 13 di NYC .

Quando ho finito di scrivere il libro, a dicembre 2012, il NYTech Meetup aveva 28 mila membri. Ora sono quasi raddoppiati, a oltre 50 mila: e’ la più grande organizzazione di questo genere al mondo. Oltre al grande evento all’NYU Kimmel Center ci sono altri 1.200 meetup ogni mese, organizzati direttamente dai vari membri e specializzati su settori diversi (salute, finanza…) o sul tipo di partecipanti (donne, non americani…) o ancora sull’area geografica (Brooklyn, Astoria…). Vuol dire che ogni sera ce ne sono una cinquantina!

“Nessun’altra città al mondo ha una comunità tecnologica cosi’ forte e la sua caratteristica, che la distingue da qualsiasi altro centro, e’ la empatia condivisa dai suoi membri – spiega con orgoglio il presidente di NY Tech Meetup, Andrew Rasiej -. La comunità tecnologica a New York e’ molto diversa dalla Silicon Valley. Qui tutte le aziende, in tutti i settori, vogliono diventare digitali: Citibank compete con Google per attrarre i migliori ingegneri. Il patrimonio più importante di New York e’ la gente che ci vive e lavora: qui c’e’ la più alta quantità della più alta qualità di risorse umane, con una grande diversità di background e capacita’.”

Andrew Rasiej

Uno dei ruoli che gioca il NYTech Meetup e’ – continua Rasiej – “stimolare la pubblica amministrazione cittadina perché capisca di che cosa ha bisogno la comunità per crescere. Abbiamo ottenuto che il nuovo sindaco, Bill de Blasio, creasse la posizione di un CTO, Chief technology officer dalla città: Minerva Tantoco, una veterana del settore high-tech, che ora guida l’ufficio “della tecnologia e innovazione”. In tema di innovazione, cerchiamo di far capire agli amministratori comunali che cosa sono fenomeni come Uber e Airbnb, in modo che possano recidere eventuali regolamentazioni sulla base di una vera conoscenza dei problemi”. Quando per esempio de Blasio ha attaccato Uber, il NYTech Meetup l’ha avvertito di stare attento, perché sembrava che attaccasse tutta l’innovazione tecnologica. “Gli abbiamo detto che doveva chiarire di non essere contro la tecnologia, perché altrimenti avrebbe rovinato l’immagine di New York come città accogliente per gli imprenditori high-tech – spiega Rasiej -. Va bene che la città detti le regole a Uber e Airbnb, ma devono essere regole eque, decide con un processo trasparente e aperto”.

Il precedente sindaco, Michael Bloomberg, ha dato una grossa spinta alla comunità delle startup newyorkesi. “L’attuale sindaco de Blasio e’ andato oltre, identificando due sfide che Bloomberg non aveva capito – dice Rasiej -. Una e’ risolvere il problema che il 22% delle famiglie a New York non hanno una connessione Internet a banda larga; l’altra e’ fare in modo che il boom tecnologico sviluppi anche la forza lavoro locale”.
Cosi’ de Blasio ha fatto nuovi accordi con le telecom AT&T e Verizon per allargare la rete broadband. Inoltre ha concordato con LinkNYC  l’installazione per strada – al posto delle vecchie cabine telefoniche pubbliche – di nuovi “hubs” che offrono un ottimo collegamento Internet via wi-fi gratuito (da febbraio funzionano i primi sulla Terza Avenue, fra le strade 14th e 45th, cosi’ potenti che anche chi abita negli appartamenti vicini può connettersi a Internet gratis). E per formare giovani con le conoscenze tecnologiche necessarie a lavorare, la città ha avviato corsi di informatica nelle scuole pubbliche.

“La comunità high-tech newyorkese e’ forte e non c’e’ una Bolla – assicura Rasiej -. Forse certe valutazioni delle startup sono molto elevate e saranno ridimensionate. Ma l’effetto non sara’ devastante come fu lo scoppio delle vera Bolla nel 2000”. In ogni caso, aggiungo io, e’ un laboratorio di idee e iniziative preziosissimo che vale la pena esplorare.
Il prossimo programma di VentureOutNY e Italian Business & Investment Initiative per le startup italiane prevede di stare a New York dall’8 al 13 maggio (qui i dettagli per fare domanda  ). Ma potrebbe essere utile anticipare il viaggio di qualche giorno par assistere al NYTech Meetup del 3 maggio.


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