Erasmus per startupper italiani: AAA segreteria.geraci@mise.gov.it 


“Dobbiamo svegliare l’Italia dal suo torpore tecnologico” ha detto Michele Geraci – sottosegretario allo Sviluppo economico nel Governo Conte – in visita a New York, durante un incontro con alcuni giovani imprenditori, ricercatori e investitori italiani del settore high-tech che vivono e lavorano qui. L’incontro, da Eataly Flatiron, e’ stato organizzato dal Consolato italiano a New York.

Fra i presenti: il venture capitalist Alessandro Piol co-autore di “Tech and the City”; Andrea Califano di Darwin health, Cosimo Malesci di Fluidmesh, Elio Narciso di Measurence, Claudio Vaccarella di HyperTV, Sebastiano Peluso di Discovery Italy e Smartourism, Viviana Cavaliere di Buzzoole, Stefano Pacifico di Epistemic AI, Alessandro Biggi e Francesco Brachetti di Avocaderia.

Per dare la sveglia Geraci ha annunciato una Erasmus per startupper italiani: “Idealmente vedo 100 giovani, nel febbraio 2019, imbarcati su aerei in partenza per cinque Paesi (Usa, Gran Bretagna, India, Cina, Corea o Israele) dove passare tre o sei mesi ospiti di startup locali per imp, sviluppare insieme prodotti, esplorare nuovi canali di finanziamento e poi portare questa esperienza indietro in Italia. Tutto a spese del governo”.

“Si’, lo so – ha continuato Geraci -. Meta’ di loro non tornera’ in Italia. E’ la mia storia: nel 1989 sono partito per la Gran Gretagna per un programma Erasmus di sei mesi… e sono tornato in Italia 30 anni dopo! Ma non importa. A me interessa la ricchezza degli italiani, più che il Pil (Prodotto interno lordo) dell’Italia”.

Per realizzare questa Erasmus degli startupper Gerarci cerca partner che aiutino a selezionare i 100 in partenza a febbraio e che poi trovino la sistemazione giusta e i mentor nei cinque Paesi designati: mandate proposte a segreteria.geraci@mise.gov.it 

Io ho proposto di coinvolgere i docenti che nelle università italiane gestiscono programmi per aiutare i ricercatori a diventare imprenditori e fondare startup: Paolo Ferragina a Pisa, Paolo Merialdo a Roma, e i responsabili degli incubatori della Bocconi e del Politecnico di Milano.

Geraci ha parlato anche più in generale del focus del governo Conte sull’innovazione, il suo interesse a promuovere le piccole e medie industrie oltre alle startup, la promozione della digitalizzazione e dei pagamenti online, l’uso della tecnologia blockchain e lo sviluppo di infrastrutture digitali.

Ottimi programmi – ho osservato io – ma uno degli ostacoli che le startup e le PMI trovano in Italia e’ la mancanza di flessibilità nel mercato del lavoro. Il precedente governo era andato nella direzione giusta, invece l’attuale ha fatto un passo indietro: non un buon segnale per PMI e startup. Più di un fondatore di startup presente all’incontro ha confermato quanto sia cruciale questo problema: e’ un grosso rischio per un neo-imprenditore aprire una sede in Italia, con tutta la burocrazia e i costi connessi, e la difficolta’ di assumere/terminare i collaboratori a seconda delle esigenze.

Geraci ha difeso le scelte del suo governo dicendo che sono “una mossa per difendere le fasce deboli” e che non tutti gli italiani sono pronti per un “mercato flessibile”. Mah! 

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi hanno ragione, secondo me, quando scrivono – oggi sul Corriere della Sera -: “Lega e M5S dicono di essere rappresentanti del «popolo». Per loro il popolo sono gli anziani del Nord e i senza lavoro (in «bianco» non necessariamente in «nero») del Sud. Che questo non sia «tutto» il popolo degli italiani non sembra sfiorare minimamente la loro strategia politica. Ma è una scelta miope. Quando, per soddisfare il loro «popolo», avranno scontentato l’altra parte dell’Italia, quella che lavora e produce sia al Nord che al Sud, rendendola più povera e attingendo ai suoi risparmi, allora ne pagheranno le conseguenze politiche. Soprattutto se nel frattempo i partiti di opposizione saranno usciti dall’autolesionismo che li attanaglia.”


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