La festa delle donne a Pisa è high-tech


Davanti al Polo tecnologico di Navacchio (da destra): Sandra Vitolo, presidente; Alessandro Giari, direttore generale; Elisabetta Epifori, direttore operativo.
Davanti al Polo tecnologico di Navacchio (da destra): Sandra Vitolo, presidente; Alessandro Giari, direttore generale; Elisabetta Epifori, direttore operativo.

“Quando ho iniziato a studiare ingegneria chimica 30 anni fa, ero l’unica donna. Mi ricordo ancora che il professore iniziò la prima lezione con questa battuta, secondo lui spiritosa: lo sapete perché il cervello delle donne è grande così? E intanto mostrava con la mano le dimensioni di un cervello da gallina. La sua risposta: perché si è gonfiato. Poi, a ogni successiva lezione, cominciava sempre chiedendomi la ricetta di un piatto, ogni giorno un piatto diverso. E io tutti i giorni rispondevo allo stesso modo: mi dispiace, non cucino! Fa tutto mia mamma, perché mi lascia concentrare sui miei studi”.
Me l’ha raccontato Sandra Vitolo, docente di Ingegneria chimica all’Università di Pisa e presidente del Parco tecnologico di Navacchio, a due passi dalla città della Torre Pendente. Lei non si è fatta scoraggiare, è stata più forte della straordinaria misoginia di quel professore. E il suo successo ispira le tante ragazze che oggi intraprendono una carriera nel campo scientifico e tecnologico.
Ho incontrato lei e molte imprenditrici e ricercatrici in due giorni di full immersion nella realtà pisana, invitata dal prorettore dell’Università di Pisa Paolo Ferragina a parlare per l’apertura della quarta edizione di PhD Plus, un programma di seminari volti alla diffusione dello spirito imprenditoriale fra i dottorandi. Tema della mia “lezione”: “Startup high-tech newyorkesi e la ricetta del loro successo”

La bella sorpresa è che a Pisa le donne fondatrici di startup o comunque attive nel campo della ricerca sposata al business sono molto più numerose della media internazionale. Nella Silicon Valley e a Londra solo il 10% di fondatori di startup sono donne. A New York la percentuale raddoppia al 20%, ma resta comunque bassa.
A Pisa ben quattro delle dieci startup nate da PhD Plus che ho incontrato durante una interessante “demo” all’università hanno una donna fra i fondatori. Eccole:

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Serena Giusti di IVTech;

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Sara Condino di e-sPress3d;

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Francesca Sernissi di Biocare Provider

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ed Eleonora Romiti di Jos Technology.

Anche nei laboratori del Centro di ricerca Piaggio all’Università di Pisa ho scoperto moltissime ricercatrici, soprattutto nel campo della Bioingegneria, dove le studentesse sono il 60%, ma non solo. Per esempio la responsabile dei team di lavoro sui robot che “comunicano” fra di loro è Lucia Pallottino

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E a Navacchio anche il direttore operativo del Polo tecnologico è una donna, Elisabetta Epifori. Il 31% delle 500 persone che ci lavorano sono donne, e molte startup e imprese innovative ospitate sono fondate e guidate da donne

Parlerò ancora di quello che ho visto e imparato a Pisa e Navacchio, ma intanto volevo comunicare la mia gioia di aver verificato quanta strada in avanti hanno fatto le donne anche in Italia e in particolare le pisane dell’high-tech.

 

 

 

 

 

 

 

 


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